In data 28 settembre 2012 è stato sottoscritto il protocollo d’intesa per il Centro Internazionale di Documentazione dell’Habitat Rupestre tra il Sindaco di Massafra, dott. Martino C. Tamburrano, e il presidente dell’Archeogruppo “E. Jacovelli”, sig. Antonio Caprara.
Con la firma di tale atto, già deliberato in precedenza dalla Giunta Comunale, la fase di organizzazione del Centro di Documentazione entra nel vivo.
È un grande risultato per l’Archeogruppo che è stato capace di reggere il confronto a livello scientifico con le Università degli Studi di Firenze e con quelle di Valencia, di Parigi, di Atene e di Istanbul, nonchè di uscire concretamente dalla fase di semplice studio del patrimonio rupestre per passare alla fase di progettazione di interventi di valorizzazione. Il Centro di Documentazione agirà in tal senso non solo per mettere a disposizione dei ricercatori gli studi già disponibili ma soprattutto per promuovere la valorizzazione di tale risorsa, l’Habitat Rupestre appunto, che altrove nei Paesi partner è ormai in fase avanzata il riutilizzo per gli usi più disparati (bar, ristroranti, botteghe artigiane, studi professionali, alberghi a 5 stelle).
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Non solo trulli, ovvero: perché non andare in Puglia la prossima estate?
Chi è già stato in Cappadocia sa di cosa trattiamo quando parliamo di habitat rupestre, chi non c’è stato può andarci con calma e programmare qualche giorno di vacanza dalle parti di Massafra a due passi da Taranto. Non è lontana, è più o meno all’altezza di Salerno e ci si arriva in giornata da Udine con l’autostrada Adriatica che, dopo Ancona e Pescara, è velocissima, rilassante e poco trafficata. Vi piace la collina coltivata a ulivi? A Massafra c’è. Vi piace la pianura coltivata ad agrumi e a grappoloni perfetti di una da tavola? A Massafra c’è. Vi piacciono il mare e la spiaggia? A Massafra c’è. V’interessa una località in cui ci sono stati prima di voi – ed hanno lasciato inalterate tracce del loro passaggio – i Greci, i Romani, i Longobardi, i Normanni, gli Svevi, gli Angioini e – dal lontano Oriente – i Basiliani che abitarono nelle caratteristiche grotte locali trasformandole poi in case e chiese (c’è passato anche Pasolini che ci ha girato parte del Vangelo secondo Matteo; non c’entra ma mi piace ricordarlo)? Già parliamo proprio delle chiese rupestri della Puglia, quanti le conoscono? Eppure ne sono state censite almeno 600 (seicento) scavate nella locale e tenera roccia calcarenitica (che poi è come dire, ma è improprio, roccia tufacea). Andare a visitarle – e a cercarle per le campagne – è un modo assolutamente piacevole per conoscere alcuni degli angoli più belli della Regione. Scoprirete lo stimolo dimenticato di raggiungere le chiesette passeggiando e, talvolta, arrampicandovi per i sentieri tracciati nel tufo fra scalette e nicchie, fra piante di capperi, di timo, di salvia, di menta selvatica con i falchetti che si librano nell’aria sopra di voi in un silenzio senza tempo. Continua la lettura di Non solo trulli, ovvero: perché non andare in Puglia la prossima estate?
L’Uomo nelle gravine: il pieno Medioevo.
Nell’incontro verranno chiarite le differenze che caratterizzano la conversazione di oggi, quando abbiamo ampia esperienza degli insediamenti rupestri circum-mediterranei e non solo, rispetto a conversazioni analoghe di quaranta o trent’anni fa, incentrate soltanto sui dipinti, o di trenta-vent’anni fa, quando si incominciarono a studiare i villaggi e le abitazioni, o di dieci anni fa quando si incominciò ad entrare nel vivo della cultura degli abitanti dei villaggi rupestri e si scoprì che in nulla differiva da quella degli abitanti di villaggi subdiali o delle stesse città, e quindi era inutilmente riduttivo e fuorviante parlare di “civiltà rupestre”, che era una implicita contrapposizione ad altre forme di civiltà. Continua la lettura di L’Uomo nelle gravine: il pieno Medioevo.
L’Uomo nelle gravine: dall’Età del Ferro all’Alto Medioevo.
Il prof. Roberto Caprara presenterà l’argomento allargando lo sguardo alle varie civiltà succedutesi, oltre che in Italia, anche in Europa e nel bacino mediterraneo, parlando dei Celti, dei Villanoviani e, venendo alla Puglia, degli Japigi, dei Dauni, dei Peuceti e dei Messapi, soffermandosi sull’iscrizione della grotticella messapica di Corvo a Massafra. Passerà quindi alla colonizzazione greca, accennando alle prestigiose realizzazioni di quella civiltà nell’Italia meridionale e a Taranto in particolare, dimostrando che anche allora non si disprezzò il vivere in grotta, come rivelano i numerosi ipogei di via Cava a Taranto e dell’insediamento di Carrino San Sergio a Massafra. Continua la lettura di L’Uomo nelle gravine: dall’Età del Ferro all’Alto Medioevo.
L’Uomo nelle gravine: preistoria e protostoria fino all’Età del Bronzo.
Giovedì 14 gennaio, nella sede dell’Archeogruppo, Roberto Caprara terrà il primo incontro del ciclo “L’Uomo nelle Gravine” col quale lo studioso dimostrerà come le varie civiltà sviluppatesi nelle nostre regioni, dal Paleolitico al Post-Medioevo hanno lasciato tracce notevoli nelle Gravine, che sono quindi il luogo privilegiato per lo studio della lunga vicenda storica delle popolazioni che le hanno abitate. Non è quindi più lecito parlare di una sola Civiltà rupestre nelle Gravine, come era possibile quarant’anni fa, quando si conosceva solo il cortile di casa e si pensava che i villaggi fossero tutti bassomedievali, ma della significativa presenza di molte civiltà, che hanno lasciato tracce rupestri, speso imponenti ma talora percepibili solo dopo attento studio, nelle Gravine. Continua la lettura di L’Uomo nelle gravine: preistoria e protostoria fino all’Età del Bronzo.
2° Convegno Nazionale di Studi “Insediamenti rupestri di età medievale”, Vasanello (VT) 24-25/10/2009
Interventi di Roberto Caprara e Franco Dell’Aquila
1. L’organizzazione dello spazio negli insediamenti rupestri pugliesi.
Spazio naturale e spazio artificiale
Quando si procede anche ad una prima superficiale osservazione di un insediamento rupeatre, si nota la presenza rilevante di spazi naturali, spazi lasciati integri ove la natura è preponderante in tutte le sue forme. Il fondo delle forre dove scorre in continuità o ad intermittenza l’acqua piovana (fig. 1), pareti verticali (fig. 2), la presenza di grandi massi rocciosi sono alcune delle forme naturali lasciate integre nello spazio nsediamento si nota la presenza di spazi naturali, spazi lasciati integri ove la natura è preponderante in tdi un insediamento. Negli insediamenti rupestri gli spazi naturali sono generalmente di gran lunga superiori rispetto ad un insediamento costruito che, viceversa, utilizza intensamente, anche modificandoli, gli spazi naturali esistenti.
Gli spazi artificiali sono tutti quelli che hanno subito cambiamenti dovuti all’opera dell’uomo. Questi spazi aumentano in percentuale con l’aumentare della pressione antropica e del numero delle famiglie inserite in un insediamento. Continua la lettura di 2° Convegno Nazionale di Studi “Insediamenti rupestri di età medievale”, Vasanello (VT) 24-25/10/2009