Presentato “Massafra sotterranea – La città nascosta”, volume di Cosimo Mottolese

Lo scorso, 11 gennaio 2013, nella Sala Convegni dell’Appia Palace Hotel, in occasione della apprezzata presentazione del libro riccamente illustrato con 150 fotografie a colori e planimetrie “Massafra sotterranea – La città nascosta” che parla di percorsi tra grotte, sotterranei, antichi opifici e necropoli. Autore del volume (edito dalla Casa editrice Scorpione di Taranto e stampato presso Stampa Sud di Mottola) è l’ing. Cosimo Mottolese, che il sindaco dott. Martino Carmelo Tamburrano all’inizio serata ha elogiato per il suo impegno nella promozione del territorio, continuando il suo impegno nel sostenere iniziative, come quella della pubblicazione di questo libro, che mirano allo studio e alla diffusione della conoscenza del meglio di Massafra. Lo stesso sindaco ha promesso, a nome dell’Amministrazione comunale, di acquistare alcune copie da distribuire ai vari Uffici comunali e da tenere a disposizione per gli ospiti istituzionali, per la promozione del territorio in cui è impegnato.

Un libro nel quale l’autore ha presentato per la prima volta in forma estensiva aspetti peculiari della città di Massafra, che suscitato particolare attenzione, sia sotto il profilo storico che turistico.
l fascino del “sotterraneo”, del sommerso, di luoghi rimasti nascosti sotto terra per lungo tempo e che vengono alla luce come veri e propri reperti (come è stato detto nell’introduzione dallo stesso autore), è più forte della paura del buio, dell’ignoto, di animali mostruosi e pericolosi che si potrebbero incontrare.

Eccezionali relatori del volume sono stati i noti personaggi del mondo culturale, storico, artistico e archeologo pugliese e nazionale prof. Alberto Altamura, prof. Roberto Caprara e geom. Vincenzo Martimucci.
Il prof. Alberto Altamura (docente di latino e greco nei licei statali ed attualmente dirigente scolastico dell’Istituto Professionale di Stato “Mauro Perrone” di Castellaneta, componente della Società di Storia Patria per la Puglia), dopo aver delineato il profilo dell’autore, ingegnere meccanico, cultore di storia patria e docente di Meccanica nell’ITIS “Amaldi”, ha tracciato, da buon filologo e docente di lettere, una disamina dell’opera individuandone la struttura e i contenuti. Volume, come ha detto, dai contenuti originali e dal titolo intrigante “Massafra sotterranea – La città nascosta”, che viene ad arricchire la letteratura critica su Massafra e il suo territorio, muovendosi sulla scia di quegli autorevoli studiosi che si sono occupati della materia: da Cosimo Damiano Fonseca a Roberto Caprara, da Espedito Jacovelli a Paolo Catucci, da Fernando Ladiana a Giulio Mastrangelo…
Di Massafra Sotterranea ha anche sottolineato alcuni aspetti interessanti non solo dal punto di vista architettonico ma anche sotto il profilo storico, richiamando i marchesi Michele Imperiali, nonno e nipote, che costituiscono un legame tra la storia di Massafra e quella di Oria e di Francavilla.
Soffermandosi ancora sull’autore Cosimo Mottolese ha evidenziato come questi sia impegnato da oltre vent’anni ad esplorare il territorio delle gravine e dell’habitat rupestre, così ricco di cavità naturali ed artificiali, cunicoli sotterranei, tunnel, trappeti ipogei, vicinanze, pozzi, necropoli.
Un lavoro, questo, che l’ha portato a raccogliere una messe abbondante di dati, ordinando la materia e fornendo una gran quantità di immagini (tutte riprodotte a colori nel libro) e di planimetrie, che consentono i lettori di abbracciare il tutto in un panorama più compiuto.
“Naturalmente (ha anche detto il prof. Altamura), molto c’è ancora da fare, perché non tutto è stato preservato e perché non è facile muoversi in un territorio così mosso ed accidentato”.

Infine ha evidenziato il capitolo, ritenuto di grande interesse, dedicato dall’autore allo studio dei “luoghi di produzione”, di cui restano non poche tracce, in riferimento a quelle attività artigianali che, nel passato, furono il vanto della città di Massafra come le concerie, le tintorie, gli apiari, le colombaie. Ed ha evidenziato anche personaggi storici, ricordando, tra l’altro, la figura di “Macubbe”, tal Vincenzo Maglio, tintore, che operava nella tintoria chiamata dai locali “Tènde de Macubbe”, famoso per i suoi grandi baffi alla cui foggia teneva tanto che, prima di andare a letto, li proteggeva con cannucce.
Infine ha elencato (dall’autore riportate nella terza sezione del libro) le necropoli che insistono sul territorio, componenti importanti per la ricostruzione del patrimonio della Magna Grecia.

Il prof. Roberto Caprara (storico e archeologo degli insediamenti rupestri, “Premio Umanesimo della Pietra per la Storia 2008”, già docente di Archeologia Medievale presso l’Università degli Studi di Sassari) ha delineato per sommi capi la storia degli studi sul rupestre in Massafra, ricordando di essere stato l’artefice della creazione a Massafra del Centro di Studi sull’Habitat Rupestre nell’Area Mediterranea, organizzando nel 2010 le prime tre Giornate internazionali di Studio in Terra Jonica, in cui chiamò Mino Mottolese a presentare una relazione proprio su Massafra Sotterranea. Quello in occasione della presentazione del libro è stato il secondo evento che ha presentato Massafra in una vetrina autorevole. Evento che celebra il rupestre e non solo il sotterraneo, partendo da ricerche e da rilievi fatti sul posto, girando per il territorio per gravine, per grotte e sotterranei, “consumando le scarpe” in luoghi aspri e selvaggi, come da sempre ha fatto lui e come fa Mino Mottolese. Caprara ha inserito il libro nell’innovativo filone di ricerca sugli insediamenti rupestri ed ipogeici. Ha proseguito con una rassegna degli studi e rilievi (gli ultimi fatti con Franco Dell’Aquila) che da circa un ventennio vengono condotti avanti attraverso il collaudato metodo della approfondita conoscenza autoptica, che gli ha consentito di datare con precisione le singole cavità artificiali del villaggio di Calitri in gravina Madonna della Scala ed gli ha anche consentito di identificare il villaggio messapico di Anxia, citato da Guidone nel XII secolo, e il villaggio della gravina San Marco.
Villaggio (come ha ben evidenziato) che dovette essere distrutto durante la feroce e sanguinosissima Guerra Gotica (535-553) fra Goti a Bizantini che alla fine riuscirono a riconquistare l’Italia. Ha proseguito precisando che un segno del saccheggio è stato dato dal rinvenimento nel villaggio di oltre una trentina di monete di IV secolo, di età, cioè, costantiniana, rimaste in circolazione fino a tutto il VI secolo.
Del villaggio disabitato si dimenticò il nome, e, quando, nell’VIII secolo, tornò ad essere abitato venne considerato una appendice della Massa Afra che già nel X secolo nei documenti è chiamata Massafra.
E questa notizia, rivelata per la prima volta in pubblico, che conferma, contro quanto ritenuto fino a poco tempo fa dagli storici generalisti che pensavano che non vi fossero stati insediamenti nell’età classica, la ininterrotta continuità dell’insediamento rupestre dalla preistoria al post-medioevo.
Il prof. Caprara ha ancora sottolineato che tutto questo è confermato dalla presenza del villaggio magno-greco di Carrino-San Sergio, che ha restituito ceramica del IV sec. a. C.
Il relatore ha quindi parlato delle origini nord-africane di Massafra e datato al V sec. d. C. l’introduzione di quel modello per le abitazioni a pozzo, note localmente come “vicinanze”. Modello che fu produttivo fino a tutto il XVIII secolo.
L’introduzione di questo modello (ha ben precisato il relatore) avvenne tramite i profughi ortodossi che avevano abbandonato l’Africa settentrionale occupata dai Vandali ariani, e che, guidati dal vescovo di Calama Possidio, discepolo e biografo di sant’Agostino, si insediarono in una Massa incolta che da loro fu detta Afra. Possidio, chiamato in ambiente ellenofono Posidonio, fu sepolto nella chiesa ipogeica che da lui prende nome, donde le sue ossa furono traslate nel IX secolo in Emilia dall’imperatore Ludovico II e tumulate nella chiesa campestre di San Giorgio, intorno alla quale sorse un paese che ha nome di San Possidonio.

Dopo un intermezzo musicale della chitarrista Claudia Cantore, è seguita la relazione del geom. Vincenzo Martimucci, Presidente della Federazione Speleologica Pugliese e membro della Federazione Speleologica Italiana. E’ autore del nuovo assetto del Catasto delle Grotte di Puglia pubblicato nel 2009, di cui annuncia di pubblicare a breve il nuovo aggiornamento con gli ultimi rilievi, comprese alcune nuove grotte di Massafra. Ha proiettato e commentato bellissime fotografie di ambienti sotterranei nel corso di operazioni speleologiche condotte in varie grotte, non solo pugliesi.

A margine della presentazione del libro, il gruppo dei proff. Francesco Abbrescia (Conservatorio di Lecce), Giuseppe Salatino (Gruppo Sin[x]Thésis di Bari) e Antonio Scarcia (Conservatorio di Genova) ha progettato e curato nel foyer della sala convegni una originale installazione audio-visuale che, implementando le immagini dell’autore e dell’arch. Nicola Volpe, interagiva con l’ambiente e i visitatori mediante rilevazione microfonica e commento audio elettronico.
Il numeroso pubblico ha apprezzato la bella serata culturale brillantemente coordinata da Raffaella Balestra e alla fine della quale sono stati in tanti a complimentati con l’autore e con i relatori, e tra questi il sindaco di Massafra dott. Martino Carmelo Tamburrano, l’Assessore alla Cultura Antonio Cerbino, i dirigenti scolastici dott.ssa Marcella Battafarano e dott. prof Vito Giuseppe Leopardo, il pittore-designer prof. Nicola Andreace; il presidente ed i past president dell’Archeogruppo “Espedito Jacovelli”, rispettivamente Antonio Caprara, avv. Giulio Mastrangelo e prof. Attilio Caprara; Dino Grassi e Mimmo Gentile del Gruppo Speleologico di Statte; Silvio Laddomada, Presidente del Centro di documentazione Grotte di Martina Franca – Ricerche speleologiche, che pubblica la rivista
“Cultura Speleologica”; rappresentanti dell’Associazione Terra di Puglia e della Cooperativa turistica 74zero16; docenti degli dell’ITIS “E. Amaldi”, dell’ITAS “C. Mondelli”, del Liceo “D. De Ruggieri” e delle scuole medie “Alessandro Manzoni” e “Niccolò Andria”

Nelle foto: il saluto a fine relazione (da sx) del prof. Roberto Caprara, prof. Alberto Altamura, dell’autore prof. Cosimo Mottolese e del geom. Vincenzo Martimucci; uno scorcio del pubblico in sala; la copertina del libro.
(Nino Bellinvia)

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