Si continua a parlare del Convegno internazionale di studio “L’habitat rupestre nell’area mediterranea” – Dall’archeologia alle buone pratiche per il suo recupero e la tutela – che si è tenuto nei giorni 29, 30 e 31 ottobre, ottimamente organizzato dall’Archeogruppo “E. Iacovelli” (Centro di ricerche e studi storici, artistici, archeologici ed ambientali) primo in graduatoria a Bruxelles presso la Direzione Generale Cultura della Commissione Europea, con il progetto di cooperazione, dal titolo “CULTURAL RUPESTRIAN HERITAGE IN THE CIRCUM-MEDITERRANEAN AREA: COMMON IDENTITY – NEW PERSPECTIVE”, presentato insieme all’Università di Firenze DpAdsp. (organiser) per l’Italia, ENSAP La Villette per la Francia, Kadir Has University ISEpce di Istanbul per la Turchia, National And Kapodistrian University Of Athens DpEP per la Grecia e il Politecnico di Valencia DpEGA per la Spagna. Oltre 40 gli studiosi che hanno partecipato a questo convegno, giungendo da tutta Europa ed anche da altri paesi fornendo per dare informazioni sullo stato dell’arte delle rispettive ricerche nelle diverse discipline ed sull’applicazione delle nuove tecnologie di indagine al patrimonio rupestre mediterraneo.
E’ stato un vero successo e complimenti continuano a giungere all’Archeogruppo Espedito Jacovelli. Tra questi, citiamo quelli del dott. Eberhard Rohrer (Bad Tölz Germania). “Dal 29 al 31 ottobre di quest´anno ho partecipato come relatore in materia di medicina naturale e fitoterapia al congresso internazionale sull´Habitat rupestre nell´aerea mediterranea“ tenutosi a Massafra ed organizzato dall’Archeogruppo „Espedido Iacovelli“. Sono rimasto particolarmente colpito dalla professionalitá e dall´altissimo livello qualitativo di tale manifestazione. Durante il soggiorno ci é stata offerta l´opportunitá di visitare le gravine di Massafra e i suoi tesori di inestimabile valore archeologico e naturalistico. La farmacia del Mago Greguro é conosciuta anche oltre i confini italiani. Per me é incomprensibile come le istituzioni pubbliche trascurino questo “tesoro“ presente sul loro territorio. Anziché promuovere, come ho giá personalmente constatato in altre parti d´Italia, progetti per una tutela assoluta di questo patrimonio unico e straordinario, creando fra laltro forme intelligenti di turismo compatibile e attento, ho avuto l´impressione che prevalga un atteggiamento di impotenza e di impassibilitá di fronte allo stato di degrado in cui riversano le gravine. Senz´altro vi sono motivazioni di cui io, come straniero, non posso esserne a conoscenza. Di una cosa peró sono certo: se questa bellezza fosse valorizzata e protetta potrebbe far da calamita non solo per tanti appassionati di materia archeologica o botanica bensí per un pubblico piú vasto. Questo convegno internazionale, trattando e spaziando a vasto raggio ha mostrato su ampia scala tutte le potenzialitá esistenti per la realizzazione di un progetto di salvaguardia e tutela di un territorio straordinario“. Nella foto uno scorcio della gravina (foto di Umberto Ricci).