È ormai antico e consolidato il rapporto fra il gruppo di studio dell’Archeogruppo “Espedito Jacovelli” e la Turchia in genere e la Cappadocia in particolare. E’ rientrato in questi giorni il gruppo di studio che, ancora una volta per conto dell’Archeogruppo, ha effettuato una missione in Cappadocia che si è rivelata più che positiva. Il gruppo era costituito da sei esperti del mondo dell’archeologia: prof. Franco dell’Aquila (capo equipe) che da molti anni si dedica allo studio degli insediamenti rupestri in Italia meridionale, ma anche nel resto del mondo (relatore nei maggiori simposi scientifici, ha pubblicato numerosi studi sugli insediamenti rupestri); prof. Domenico Caragnano,
(esperto degli affreschi delle chiese rupestri, Direttore del Museo del Territorio di Palagianello); prof. Pino Fazio (esponente della Società Friulana di archeologia); arch. Beniamino Polimeni dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria; fotografo Umberto Ricci, uno dei soci fondatori dell’Archeogruppo; dott. Antonio Laselva, speleologo di Santeramo in Colle Nella primavera del 1989 un primo gruppo, formato dagli architetti Carmela Crescenzi e Marcello Scalzo dell’Università di Firenze, prof. Mario Bucci, dell’Università di Pisa, prof. Roberto Caprara ed avv. Giulio Mastrangelo dell’Archeogruppo di Massafra, si recò in Cappadocia per avviare un programma di studi su quegli insediamenti rupestri. A Nevşehir furono cordialmente accolti dal Capo della Provincia, che li indirizzò nel Comune di Çat, dove, con l’attiva collaborazione del Sindaco, sig. Tuncdemir, rilevarono il ricco patrimonio di chiese rupestri inedite; visitarono anche i centri di Göreme, Ucisar ed Ortahisar, accompagnati dall’interprete Hamza Cargioglu, col quale si accese un vivo rapporto di amicizia che ancora dura.
Ritornarono in Cappadocia, approfondendo le ricerche, nel 1991, nel 2000, nel 2007, nel 2009, nel 2010 (di alcuni gruppi hanno anche fatto parte il dott. Antonio Bixio dell’Università della Basilicata, la dott.ssa Gabriella Mastrangelo, l’avv. Giovanni Vinci e studenti universitari dell’Università di Firenze accompagnati dalla prof.ssa Carmela Crescenzi). Per alcune settimane l’Archeogruppo di Massafra, guidato dai proff. Franco dell’Aquila e Domenico Caragnano, è stato all’opera nel vallone di Ihlara, che contiene una straordinaria densità di monumenti, con circa 60 tra chiese bizantine, cappelle, monasteri e grotte di eremiti. Questo gruppo ha avuto preziosi e fruttuosi incontri con Murat Ertugrul Gulzag direttore del Museo di Nevşehir, che dirige i Beni Culturali in Cappadocia; con Emine Turk, responsabile in Italia del Rapporti Culturali tra Italia e Turchia e con Veli Toren, Console Italiano in Cappadocia. L’Archeogruppo di Massafra ha cercato con ogni mezzo di mantenere vivo il gemellaggio fra Nevşehir e quella città italiana, piuttosto trascurato dall’Amministrazione comunale, ospitando a più riprese operatori turistici ed economici turchi, ultimamente nella primavera di quest’anno, quando un gruppo di operatori guidato da Arisay Mehmet ha curato, nella sede dell’Archeogruppo, una esposizione di tappeti turchi antichi e moderni ed ha tenuto una serie di conferenze sull’argomento.Da due anni almeno la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze invia suoi allievi in Cappadocia, per studiare quegli insediamenti rupestri, che sono stati già oggetto di numerose tesi di laurea. Dall’ottobre del 2010 intensa è la collaborazione con la Kadir Hasi Universitesi di Istanbul ed altri studiosi turchi, nell’ambito del vasto progetto cofinanziato dalla Comunità Europea Cultural Rupestrian heritage in the Circummediterranean Area, al quale partecipano, oltre alla Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, all’Archeogruppo di Massafra, alla citata Università di Istanbul, anche il Politecnico di Valencia, quello di Parigi La Villette e l’Università National and Capodistrian di Atene, oltre a studiosi tedeschi, maltesi e ucraini.
Pubblichiamo due foto di questa “missione” in Cappadocia. In una, da sx: Il Console Veli Toren, l’assistente della prof.ssa Angarolo, la traduttrice Paola, la prof.ssa Angarolo, il direttore del Museo di Palagianello Domenico Caragnano, il sindaco di Gorene Nuri Cingil, Umberto Ricci, il prof. Pino Fazio della società friulana di archeologia, lo speleologo di Santeramo in Colle dott. Antonio Selva, il direttore del Museo di Nevşehir, l’archeologo dot. Murat E. Gulyaz e l’architetto Beniamino Polimeni dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Nell’altra foto (scattata nella chiesa di Tulliak, in fase di restauro dal gruppo italiano dell’Università della Tuscia guidato dalla prof.ssa Angarolo), da sx: il fotografo dell’Archeogruppo Umberto Ricci, il Console Veli, il sindaco di Gorene Nuri Cingil, la prof.ssa Angarolo, il direttore del Museo di Nevşehir archeologo dott. Murat E. Gulyaz, Domenico Caragnano e Antonio La Selva.